Progetto "STBIC"

Indagini diagnostiche – Raman e XRF

dott.ssa Viviana Mollica Nardo


Le due tecniche di indagine, Raman e XRF, sono state utilizzate per caratterizzare gli strati pittorici di alcune opere durante campagne diagnostiche, in cui è stato coinvolto l’IPCF, su territorio siciliano. Gli spettri Raman sono stati acquisiti con lo spettrometro portatile Bruker-Bravo; le analisi XRF con spettrometro portatile Tracer III SD Bruker AXS*.
La spettroscopia Raman fornisce informazioni delle specie molecolari (soprattutto di natura inorganica) presenti nello strato pittorico sia in forma di pigmento che di legante. L’identificazione dei segnali raccolti viene fatta per confronto con un database di materiali di riferimento. Per assicurare la complementarietà del risultato le analisi XRF, che tengono invece conto della parte elementale, sono state fatte sulle stesse aree. Entrambe le tecniche sono non distruttive e consentono una caratterizzazione delle opere in situ.



Campagna Museo Regionale di Messina

Fig. 1 Punti misura sui quali sono stati acquisiti gli spettri; a sx Madonna con Bambino; a dx cristo in Pietà.

La campagna diagnostica ha riguardato l’analisi delle due opere di Antonello da Messina custodite al Museo Regionale di Messina ed esposte alla sala a lui dedicata: il Polittico di San Gregorio (Vedi scheda analisi) e la tavoletta bifronte.
In entrambi i casi sono stati raccolti gli spettri su un numero di punti rappresentativo di tutte le campiture presenti. Il Polittico di San Gregorio è un dipinto tempera grassa su tavola (scomparto centrale 129×76 cm, scomparti laterali 125×63, scomparto superiore sinistro 65×62 e scomparto superiore destro 65×55) datato 1473.
La Madonna col Bambino benedicente e un francescano in adorazione, che ha sul verso un Cristo in pietà, è un dipinto tempera grassa su tavola(16x11,9 cm) databile al 1465-1470. Dai risultati ottenuti l’identificazione dei pigmenti mette in luce una tavolozza di colori molto ristretta, tutti utilizzati in antichità, coerenti con la possibile datazione dell’opera.

Campagna Museo delle tradizioni Silvo Pastorali di Mistretta

Reverse paintings analizzati e pubblicati

La campagna diagnostica ha riguardato lo studio di alcuni vetri dipinti – reverse paintings – custoditi all’interno del Museo di Mistretta. Il Museo Regionale delle Tradizioni Silvo pastorali “Giuseppe Cocchiara” è il primo museo demo-etno-antropologico regionale concepito ex novo in Sicilia. Esso propone all’utenza la collezione di dipinti su vetro che - consistendo di quasi 200 pezzi – è la più ingente raccolta del genere esistente in Italia e una pregevole collezione di costumi di confraternite siciliane dei secc. XVII-XIX.
Nello specifico, per un numero di vetri ristretto, sono state analizzate le campiture presenti raccogliendo gli spettri su tutta la superficie pittorica. Per una selezione di vetri più ampia invece, circa 60, sono state anche analizzate le matrici vetrose sulle quali veniva steso lo strato pittorico. Questa seconda analisi è mirata alla determinazione/conferma della provenienza degli stessi e alla giusta collocazione delle opere all’interno di alcune delle note botteghe in cui gli stessi erano prodotti.

Bibliografia
- V. Mollica Nardo, V. Renda, G. Anastazio, E. Caponetti, M. L. Saladino, C. S Vasi, R. C. Ponterio, A combination of portable non-invasive techniques to study on reverse glass paintings at Mistretta museum https://doi.org/10.1016/j.microc.2019.01.067

*Analisi XRF eseguite in collaborazione con il Dipartimento STEBCEF (Università di Palermo).

Campagna Museo Archeologico Regionale Eoliano

Maschera del c.d. giovane dalla chioma ondulata

La campagna diagnostica è stata incentrata sulla caratterizzazione spettroscopica e la ricostruzione 3D di alcune maschere e statuette teatrali custodite al Museo di Lipari. Le statuette e maschere sono riconducibili ai generi teatrali (tragedia, dramma satiresco, commedia e farsa fliacica) in uso all'epoca e provengono in massima parte dai corredi funerari delle tombe di contrada Diana e da fosse votive o da discariche situate nell’area della necropoli.
Si tratta di riproduzioni miniaturistiche delle maschere che gli attori portavano sul volto durante la recitazione per interpretare i diversi ruoli loro assegnati, compresi quelli femminili. Alcune di queste opere presentano colorazione rossa/rosa sul volto o sui capelli.
La parte spettroscopica del lavoro è stata volta all’identificazione del colorante alla base della campitura. Le misure sono state condotto solo con spettroscopia Raman e hanno restituito due pigmenti impiegati: ossido di ferro e cinabro.
Vedi anche le ricostruzioni tridimensionali dei reperti della collezione effettuati nel corso della campagna diagnostica.