Progetto "STBIC"

Prospezioni Georadar Chiesa di S. Antonio di Padova, Barcellona P.G.

dott.ri Francesco Parrotta e Sara Bonannno



La chiesa e il convento di Sant'Antonio di Padova o chiesa e convento dei Frati Minori Osservanti sorge nel quartiere Sant'Antonino, nel comune di Barcellona P.G. (ME) (Fig. 1). Il 14 ottobre 1613 i frati minori osservanti ottengono dalla città di Castroreale la concessione di terreni nel casale di Barcellona per la costruzione di un piccolo edificio di culto. I Francescani, insediatisi nel quartiere di Sant'Antonino, edificano nel 1622 un convento tuttora esistente, sebbene riadattato in varie riprese, e una chiesa nella località denominata contrada Finocchito. L'impianto della chiesa è a una sola ampia navata centrale con altari minori laterali (Fig. 2).
Le prospezioni geofisiche effettuate all’interno della Chiesa (Fig. 3) nascono dalla volontà di individuare una presunta cripta posta al di sotto del pavimento odierno; da numerosi fonti orali, difatti, è ricordato che l’ingresso alla stessa fosse stato murato durante i lavori di rifacimento della pavimentazione. La missione è stata effettuata utilizzando una unità di acquisizione comprendente un array di antenne multifrequenza composto da 3 antenne da 600 MHz, 3 antenne da 200 MHz e un ruotino metrico per la misura delle coordinate dei dati acquisiti.
L’indagine è stata svolta con scansioni equidistanti sia longitudinali che trasversali, poste su un sistema di assi cartesiani ortogonali detti “asse delle T o delle linee Trasversali” e “asse delle L o delle linee Longitudinali”. Essi corrispondono rispettivamente all’asse delle X e delle Y del sistema cartesiano.


Fig. 1 – Esterno Chiesa di S. Antonio di Padova


Fig. 2 – Interno Chiesa di S. Antonio di Padova


Fig. 3 – Pianta interna della Chiesa; evidenziata in rosso l’area oggetto di prospezione


Fig. 4 – Anomalie riscontrate in sede di elaborazione dati calate nella griglia del rilievo


Le numerose anomalie riscontrate in sede di elaborazione dati (Fig. 4) consentono di avanzare delle ipotesi in merito alla presenza della cripta al di sotto della quota pavimentale odierna.
Come si evince dalla pianta tomografica (C-SCAN) realizzata grazie all’unione dei singoli radargrammi (B-SCAN), sembrano essere presenti delle anomalie poste lungo il margine occidentale dell’edificio, leggibili da una quota di circa 0.30/0.40 m fino a 1.50/1.60 m di profondità (Figg. 5-6); lo sviluppo planimetrico è di forma rettangolare (circa 9x3 m) e sembra interessare solo la parte occidentale dell’edificio attuale (Fig. 7).


Figg. 5-6 – Radargrammi di due scansioni trasversali in cui sono presenti anomalie riconducibili forse alle pareti della cripta


Fig. 7 – Visualizzazione C-SCAN a 0.64 m di profondità

Nella parte orientale la situazione risulta più chiara e omogenea. Lungo il muro meridionale della navata sono state riscontrate anomalie riconducibili, forse, alle fondazioni del muro stesso o ad una fase più antica della Chiesa, visibili nelle singole sezioni già ad una quota di 0.30 m fino a 1.20/1.30 m di profondità (Figg. 8-9). La visualizzazione in C-SCAN ci consente di cogliere più chiaramente le anomalie e il loro sviluppo in pianta (Fig. 10). Va inoltre aggiunto che, a causa di problematiche logistiche sorte in sede di acquisizione dati, le scansioni lungo il lato settentrionale non sono state condotte fino al muro perimetrale della Chiesa; non si può escludere dunque che anche lungo questo lato sia presente una situazione analoga al lato opposto.


Figg. 8-9 – Radargrammi di due scansioni trasversali con anomalie in corrispondenza del muro settentrionale della chiesa


Fig. 10 – Visualizzazione C-SCAN a 0.64 m di profondità con le anomalie riscontrate lungo il muro perimetrale

Sempre nella parte orientale, in prossimità dell’altare, è presente un’area che sembra caratterizzata da una situazione peculiare. In questa parte i diversi radargrammi (Fig. 11) sembrano presentare un vuoto, distinguibile al centro dell’immagine, che potrebbe indicare la presenza di un piccolo ambiente o spazio sotterraneo; le testimonianze orali raccolte durante la campagna di prospezioni parlano di un generico “vuoto” che è stato riempito, in parte, durante i lavori di rifacimento della pavimentazione.


Fig. 11 – Radargramma con, evidenziata in rosso, l’area che potrebbe far pensare all’esistenza di un vuoto


Fig. 12 – Visualizzazione C-SCAN a 0.64 m di profondità con indicata l’area del presunto vuoto

Nel caso in cui questa ipotesi si rilevasse fondata, allora le anomalie riscontrate precedentemente lungo il muro perimetrale dell’edificio (Figg. 8-9-10) potrebbero costituire i limiti di questo ipotetico spazio sotterraneo; la visualizzazione in C-SCAN delle sezioni ci consente di cogliere in maniera più chiara la situazione (Fig. 12).